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Storia dello spiritismo

Volgendo lo sguardo al passato, sembra che l’uomo «si compiaccia delle cripte oscure dell’India, dei templi sotterranei dell’Egitto, delle catacombe di Roma, della penombra delle cattedrali; sembra che, alla luce del cielo, ai liberi spazi, allo studio della natura, preferisca i luoghi oscuri, l’atmosfera pesane delle scuole, il silenzio dei chiostri».


Leon Denis, Francia - 1846/1827






«Le forme materiali, le cerimonie bizzarre dei culti, servivano a colpire l’immaginazione del popolo, ma dietro questi veli, le religioni antiche avevano tutt’altro aspetto. Il loro 


insegnamento era duplice, esterno e pubblico da un lato, interno e segreto dall’altro, e quest’ultimo era riservato ai soli iniziati.


Tutti gli insegnamenti religiosi del passato si legano fra loro, una sola e stessa dottrina si ritrova alla loro base, dottrina trasmessa di era in era da una lunga serie di saggi e di pensatori.


Per conoscerle bisogna penetrare il pensiero intimo che le ispira e determina la loro ragion d’essere; dal seno dei miti e dei dogmi bisogna far emergere il principio generatore che comunica loro la forza e la vita. Allora si scopre la dottrina unica, superiore, immutabile, di cui le religioni umane non sono che adattamenti imperfetti e transitori proporzionati ai bisogni dei tempi e dei luoghi». 


Oggi come allora si sa che l’anima è posta fra due mondi, il visibile e l’occulto, il materiale e lo spirituale.


 “Dopo la Morte – Léon Denis”


INDIA

I VEDA - i primi libri nei quali fu racchiusa la grande dottrina – affermano l’immortalità dell’anima e la reincarnazione. Il sacrificio del fuoco riassume il culto vedico. Mentre si compie il sacrificio, gli Asura, o Spiriti superiori, e i Pitri, anime degli antenati, circondano i presenti e si associano alle loro preghiere. Per tal modo, la credenza negli spiriti risale alle prime età del mondo.


KRISHNA – il primo dei riformatori religiosi, diceva: «il corpo è l’involucro dell’anima che ne fa la sua dimora, è una cosa finita, ma l’anima che lo abita è invisibile, imponderabile ed eterna». (Baghavadgita)«…ogni rinascita felice o infelice è la conseguenza delle opere praticate in esistenze anteriori».


BUDDHA (Sakya-Munic 600 a.c.) - «…l’essere impara ad abbracciare in uno stesso amore tutto quanto vive e respira; e ciò non costituisce ancora un gradino della sua evoluzione che deve condurlo all’amore esclusivo dell’eterno principio, quello da cui emana tutto l’amore, e a cui tutto l’amore deve necessariamente ritornare; tale stato è quello del Nirvana». Il presente si spiega col passato, non solo per la totalità del mondo, ma anche per ciascuno degli esseri che lo compongono – si chiama karma la somma dei meriti o dei demeriti acquisiti dall’individuo. Il Buddha e i suoi discepoli praticavano il Dhyâna o la contemplazione, l’estasi: durante questo stato, lo spirito esaltato comunica con le anime che hanno lasciato la terra. Il buddismo in alcuni punti, offre delle analogie spiccate col Vangelo di Gesù di Nazareth.


EGITTO

ERMETE – la scienza dei sacerdoti egiziani superava in parecchi punti quella attuale: essi conoscevano il magnetismo, il sonnambulismo, guarivano addormentando e praticavano largamente la suggestione, sapevano provocare la chiaroveggenza a scopo terapeutico. A tutto ciò essi davano il nome di magia


GRECIA

PITAGORA – i pitagorici chiamavano spirito o intelligenza la parte attiva e immortale dell’essere umano; l’anima era per essi lo spirito avvolto nel suo corpo fluidico, etereo.  Sviluppando con metodo le facoltà trascendentali dell’anima umana, essa rendeva possibile la lettura del pensiero e la vista a distanza: la chiaroveggenza e la divinazione degli oracoli dei templi greci, le sibille e le pitonesse, sono fatti attestati dalla storia.


SOCRATE – La Grecia tutta credeva nell’intervento degli spiriti nelle cose umane, Socrate aveva il suodaimon o genio familiare.


PLUTARCO – afferma che durante i misteri gli iniziati s’intrattenevano con le anime dei defunti: «Spesso eccellenti spiriti si manifestavano nei misteri, sebbene, talvolta anche i perversi cercassero di introdurvisi».


FEDRO – «È certo che i vivi nascono dai morti; che le anime dei morti rinascono ».


SOCRATE e PLATONE – continuarono l’opera di Pitagora


In Grecia, come in Egitto e nell’India, i misteri consistevano in una stessa cosa: la conoscenza del segreto della morte, la rivelazione delle vite successive, la comunicazione col mondo dello occulto. Questi insegnamenti e queste pratiche producevano sugli animi impressione profonda, e procuravano una pace, una serenità, una forza morale incomparabile.


RIASSUMENDO: la dottrina segreta, madre delle religioni e delle filosofie, nel corso del tempo riveste apparenze diverse, ma la base resta sempre immutabile. Nata in India e in Egitto, essa passò in Occidente col flusso delle emigrazioni, e noi la troviamo in tutti i paesi occupati dai Celti. Già il Vangelo, come la volta dei boschi sotto un raggio di sole, era rischiarato dalla scienza esoterica degli Esseni, altro ramo d’iniziati. Così ovunque, attraverso il succedersi dei tempi e dei popoli, si affermano l’esistenza e le perpetuità di un insegnamento segreto, che si ritrova identico in fondo a tutte le grandi concezioni religiose e filosofiche.


E così lo Spiritismo, la terza “rivelazione” promessa dal Cristo, affonda le sue radici nel passato più remoto dell’umanità, trovando conferme e riscontri in ogni sua parte. Come precursori Socrate e Platone, come guida incontrastata, Gesù di Nazareth. (Regina Zanella)


Vi è in ciò una grande corrente spirituale che evolve misteriosamente nelle profondità della storia e sembra mossa da quel mondo invisibile che ci domina e ci avvolge; in cui vivono e lavorano ancora gli Spiriti, che furono guide dell’umanità e che non cessano mai di comunicare con essa.


“Dopo la Morte – Léon Denis”   

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